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Il fenomeno dei Virtual Influencer. Chi sono e perché le aziende investono sulle loro figure?

07-06-2021 13:42

Mattia Mormile

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Il fenomeno dei Virtual Influencer. Chi sono e perché le aziende investono sulle loro figure?

Avatar per "influenzare" le nicchie di utenti: nuovo modo di fare comunicazione o nuova puntata di Black Mirror?

Fino a che punto realtà e fantasia possono mescolarsi? In un’epoca caratterizzata dalla pandemia lo sviluppo tecnologico ha subìto un’enorme accelerata.

L’intelligenza artificiale ha fatto sì che una larga fetta di azioni svolte dall’uomo venisse sostituita da robot e sistemi automatici.

Anche sui social network negli ultimi tempi la figura dell’uomo è stata sostituita in un ruolo centralissimo: stiamo parlando dei virtual influencer.

 

I virtual influencer sono degli avatar dotati di una personalità ben specifica, capaci di arrivare a determinate nicchie di persone. Le loro caratteristiche estetiche e comportamentali tendono ad essere identiche a quelle delle persone reali, con una sola differenza: sono frutto di un computer.
La loro perfezione e capacità di influenzare le nicchie a cui si rivolgono ha fatto sì che molti brand li tenessero in considerazione per svolgere le azioni svolte tipicamente dai “real influencer” sui vari social network.

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Infatti, diverse aziende hanno deciso di investire su questi avatar e di renderli protagonisti della loro comunicazione creando dei veri e propri progetti intorno alle loro figure.

 

Un esempio è quello di Ikea Japan che ha deciso di avviare un progetto con la virtual influencer Imma che vanta circa 329mila followers su Instagram.

Il progetto denominato “Happiness at home with Imma” è finalizzato ad ottimizzare il più possibile gli spazi domestici e renderli dei luoghi felici in cui trascorrere le proprie giornate

La prima virtual influencer è stata Miquela Sousa, e con circa 3 milioni di followers su Instagram (1,2mln su Facebook) è oggi la più famosa. Vanta collaborazioni con Calvin Klein, Moschino, Prada, Samsung e altri brand famosi, oltre ad aver pubblicato anche dei singoli ascoltabili su Spotify.

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Fonte: Facebook

Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi nell'investire su queste figure?

 

Da quando il fenomeno degli influencer ha cominciato a spopolare nel mondo, quasi tutti i brand hanno deciso di rendere questi avatar i protagonisti delle loro strategie di comunicazione.

Gli influencer nel tempo sono riusciti ad inventarsi una vera e propria professione, perché l’engagement che generano tramite i propri contenuti fa sì che sia profittevole per le aziende investire su di loro.

 

I virtual influencer nascono per la stessa ragione: essere fonte di engagement.

Da una ricerca condotta da HypeAuditor è emerso che l’engagement rate prodotto dai virtual influencer nel 2020 è molto superiore di quello dei real influencer.

Inoltre, gli avatar permettono di avere un controllo diretto sulla comunicazione ed eliminare gli errori umani oltre ad avere un costo minore rispetto ai real influencer.

 

Ovviamente, ci sono degli anche degli svantaggi.

 

Gli influencer comunicano principalmente alla loro nicchia di seguaci, i quali decidono di seguire i loro consigli perché guidati da un senso di fiducia verso una determinata persona e i valori che questa incarna sui social. Gli avatar potrebbero far venire meno questo senso di fiducia.

 

Anche da un punto di vista di brand reputation investire su queste figure virtuali potrebbe essere controproducente. Infatti, quando un consumatore decide di investire su un prodotto consigliato da un influencer lo fa perché si sente tutelato dalla sua figura e sa anche a chi rivolgersi laddove la comunicazione fosse fake. Un influencer virtuale non può garantire il rapporto diretto che un rapporto umano invece assicura.

 

La comunicazione per arrivare alla propria fan base ed allargare la community aziendale deve essere al passo con i tempi e cogliere quelle che sono le opportunità ed esigenze del mercato, i virtual influencer potrebbero rappresentare il vero cambiamento della comunicazione social.

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