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Coca-Cola o Pepsi, tu cosa scegli? E perché proprio Coca-Cola?

22-06-2021 21:53

Mattia Mormile

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Coca-Cola o Pepsi, tu cosa scegli? E perché proprio Coca-Cola?

Test scientifici lo dimostrano. No, non è lo spot pubblicitario di un nuovo dentifricio ma una ricerca che dimostra come un marchio possa entrarci in testa.

In questi giorni ha fatto notizia il gesto di Cristiano Ronaldo che in conferenza stampa ha deciso di mettere via le bottiglie di Coca-Cola posizionate in primo piano, poiché ritenute dall’atleta poco sane.

 

Il gesto ha avuto un impatto mediatico notevole, a tal punto da avere ripercussioni anche sul valore in borsa dell’azienda che ha subito una perdita stimata di circa 4 miliardi.

 

Diverse sono state le reazioni di altri protagonisti della competizione calcistica: Lukaku, ad esempio, con tono scherzoso, ha suggerito all’azienda Coca-Cola di chiamare la sua agenzia per poter avviare una collaborazione.

Ma può un gesto del genere minacciare realmente la forza di un brand?

 

I brand fanno moltissima leva sulle proprie community per riuscire a resistere alle minacce esterne.

Marchi come Coca-Cola sono diventati iconici negli anni, capaci di resistere a qualsiasi evento potenzialmente dannoso o preoccupante, proprio in virtù del fatto che ciò che rappresenta quel brand per i consumatori è molto più forte di qualsiasi altra minaccia esterna.

 

Interessante a tal proposito è riportare un esempio condotto da Read Montague, direttore dello Human Neuroimaging Lab del Baylor College of Medicine di Houston che dimostra quanto i marchi siano capaci di influenzare anche le percezioni e le scelte dei consumatori.

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In questo esempio un campione di 600 volontari è stato messo difronte due bicchieri: in uno vi era della Coca-Cola, nell’altro della Pepsi, storica “rivale” dell’azienda statunitense.

 

Entrambi i bicchieri erano privi di qualsiasi riferimento alle due marche. L’unico elemento sul quale i consumatori dovevano dare la preferenza era il gusto.

 

La maggioranza dei soggetti intervistati ha preferito il bicchiere contenente la Pepsi.

Lo stesso esperimento venne ripetuto rendendo le marche visibili. Il risultato fu completamente diverso da quello precedente: quasi tutti preferirono Coca-Cola.

 

Per spiegare il perché di tale fenomeno, tutti i soggetti erano collegati direttamente ad una Risonanza Magnetica Funzionale che mostrava quali aree del cervello si attivavano nei diversi momenti del test.

 

Durante l’assaggio al buio gli esperti videro che l’area del cervello che si attivava con Pepsi era l’area del piacere e della gratificazione, dimostrando come l’unico elemento valutato fosse il gusto della bevanda.

 

Osservando però i risultati del test a marchi scoperti, si vide che Coca-Cola generava una duplice attivazione: l'area del piacere e quella della corteccia prefrontale mediale, ovvero l’area che elabora i pensieri superiori, dimostrando che il brand Coca-Cola è associato ad una serie di ricordi, immagini ed emozioni.

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Questo esempio dimostra come i brand possano riuscire ad entrare nel cervello ed influenzare e guidare le scelte dei consumatori, rendendole completamente irrazionali.

Avere un brand che genera anche ricordi ed emozioni nei consumatori, può aiutare a superare qualsiasi situazione avversa.

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